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La quantità di richiami all’“animale granchio” presente nella raccolta suggerisce di definirne preventivamente ruolo e significati. I granchi rappresentano alcuni tra i simboli (insieme alla pineta, ai muggini, alle bavose, ai cani) della mia infanzia e della mia adolescenza passate a Livorno. Il mare livornese è scoglioso e i granchi si nascondono ovunque con i loro musetti perennemente imbronciati. Questi esserini, che da lontano sono pacati e riservati - e quando ti avvicini s’imbucano rapidi tra le insenature degli scogli - rappresentano molto bene le mie estati livornesi. Da bambino provavo ad acchiapparli con il retino o con le mani, ma molto spesso riuscivano a scappare e a intrufolarsi nell’ombra di qualche anfratto. Quando invece riuscivo a prenderli, li mettevo dentro il mio secchiello rosso e li osservavo girare - perplessi e con le chele alzate pronti a far guerra - sul fondo. Spesso, colto da pietà, li liberavo. Ma è capitato anche - oggi so, molto crudelmente - che li uccidessi. Sono stati gli animali con cui ho sperimentato per la prima volta alcuni importanti significati: quello della vita, della paura, della trappola e della morte. Quando ho lasciato la mia casa e mi sono messo in viaggio per posti lontani, i granchi hanno continuato a tormentarmi e a immalinconirmi. E anche oggi tornano spesso a disturbarmi.
Lorenzo Mandalis (Livorno, 1989) si è laureato all’Università di Pisa con una tesi sul Passaggio d’Enea di Caproni e una tesi specialistica sul rapporto tra allegoria e realtà nella poesia caproniana. Nel 2013 si trasferisce a Londra come studente Erasmus, e nel 2015 studia Literary Translational al Trinity College di Dublino. Tornato in Italia, si trasferisce a Venezia. Dal 2017 lavora come docente di lettere. Parallela all’attività di studente e insegnante è quella di scrittore di poesie, pubblicate nel 2013 su Erba d’Arno, nel 2015 sul blog Il Primo amore, nel 2017 e 2018 su Poetarum Silva, e per le quali si è distinto in alcuni concorsi nazionali.
LietoColle nasce nel 1985 in un piccolo paese di frontiera e si qualifica immediatamente in due priorità fondative: attenzione nella scelta degli autori e cura artigianale al singolo libro, concepito come frutto di lavoro corale.
Nel corso degli anni, il carattere della nostra casa editrice è rimasto immutato, mantenendo tenacemente l’amore, inteso nel senso più concreto, per la poesia.
Proprio perché in frontiera, sentiamo la necessità di rispettare una nostra identità e, al tempo stesso, costruiamo aperture per progetti di traduzioni sempre nutriti di supporto saggistico.
Nella scelta di autori e autrici, privilegiamo l’originalità, la ricerca e il valore della loro scrittura, non tanto quindi la consueta notorietà dei soliti nomi,per questo continuiamo a investire su scritture emergenti e opere prime.
LietoColle considera la preziosità del singolo libro, perciò abbiamo ridotto la quantità delle pubblicazioni intensificando rigore e passione ma anche suscitando creativamente occasioni per la poesia e la sua diffusione.